Scuola Numero Uno - La scuola dei portieri
Giovedì 7 Dicembre 2023 Articolo selezionato Archivio articoli
PORTIERI, RESTATE TRA I PALI
Meglio il tuffo laterale che il passo in avanti? Provate in allenamento
di Sergio Rossi (preparatore di portieri, allenatore di base)

Da "La Gazzetta dello Sport" - domenica 7 Gennaio 2001
Il Direttore della Scuola Portieri Numero Uno, Dott. Giuseppe De Fidio, è stato intervistato dalla "Gazzetta dello Sport" per un parere tecnico su questo argomento. Ecco la sua risposta (pubblicata in calce all'articolo stesso):
"Non mi convince. Secondo me, uscire fino al limite dell'area piccola è sempre la scelta migliore. In questo modo si restringe la porta e si ha sempre la possibilità, in caso di pallonetto o di tiro a rientrare, di tornare sulla linea in fretta. Io poi sono contrario ad insegnare ai portieri a guardare solo i pali. Ritengo si debba sempre insegnare a guardare le diagonali che corrispondono alle traiettorie del pallone. E anticipare l'intervento."
Ed aggiunge:
"Per quanto riguarda, poi, l'affermazione che i tempi di esecuzione in avanti sarebbero più lenti rispetto a quando ci si lancia a destra o sinistra, invito ad osservare che, IN TUTTI I GESTI TECNICI, la velocità dipende dal numero di ripetizioni che vengono effettuate. Ne consegue, quindi che ADESSO è più veloce il tuffo a destra o sinistra (perché è quello più usato), ma allenando un allievo al tuffo in avanti si otterrà in breve tempo la stessa velocità anche per questo più utile gesto tecnico che consente di aggredire la traiettoria!"
Il tuffo in avanti-diagonale, in occasione di tiri da lontano, è un dogma per tutti i portieri e i preparatori. Ma secondo me non è utile in tutti i casi. Vediamo il perché.

FIGURA 1 - Il portiere è in posizione perpendicolare rispetto al pallone. Gli si chiede di non effettuare l'intervento lungo la retta definita "senza taglio", ma di proiettare il corpo lungo i segmenti definiti "taglio in avanti". L'angolo di incidenza tra la retta e i due segmenti può variare da 30° a 50°. Secondo me, tranne in un'unica situazione, non solo non si hanno vantaggi, ma addirittura si ottengono risultati negativi.

Primo argomento - Quando il preparatore dei portieri presenta questo caposaldo ai suoi allievi di solito utilizza la seguente procedura: viene posto il pallone in posizione centrale, il portiere si colloca di fronte e si procede ad indicare la traiettoria estrema che segue il pallone per entrare in rete. A ciò segue la solita domanda: "Il punto in cui il pallone ti passa più vicino è collocato lateralmente rispetto alla tua figura oppure è in posizione avanti-laterale?" "Avanti laterale!" "E ti conviene intervenire dove la palla passa più vicino al corpo o dove passa più lontano?" "Vicino al corpo, è più facile arrivarci!"
Il ragionamento ha una sua logica. Ma ad una più approfondita valutazione rivela delle inadeguatezze sostanziali.
Figura 1
Figura 2 FIGURA 2 - La figura base è il triangolo formato, al vertice, dal pallone e, alla base, dalla posizione perpendicolare del portiere rispetto al pallone stesso. Con il segmento "spazio coperto" s'intende la somma della distanza a destra e a sinistra che il portiere raggiunge partendo dal punto centrale. Mantenendo fermo il punto centrale facciamo partire tanti segmenti uguali cambiando solo l'angolo di incidenza alla base. La figura che ne consegue è un cerchio. Utilizzando solo il semicerchio superiore possiamo ottenere la gamma completa degli angoli possibili di taglio in avanti-laterale.

Se il pallone è a 250 cm. (2,5 metri) la posizione 1 è collocata a circa 50°, la 2 a circa 22°, la 3 a circa 15° e la 4 corrisponde al raggio della base, quindi 0°. Parte il tiro alla sinistra del portiere: la traiettoria è il segmento che unisce il pallone al punto estremo di spazio coperto. Utilizzando "4", cioè l'angolo zero, si arriva appena ad intercettare la traiettoria. Quindi, più si riesce a tagliare in avanti-laterale (nel nostro caso, "1") più è vantaggioso effettuare il "taglio".
FIGURA 3 - Vediamo un po' cosa succede se il pallone non è a 250 cm. ma a 1.000 cm. (10 metri): il raggio che permette di superare l'intercettazione della traiettoria è quello senza numero intermedio tra 3 e 4 mentre sia 3 che 4 intercettano la traiettoria. Risultato: non c'è differenza tra tagliare al raggio 3 e non effettuare il taglio. Rispetto alla figura precedente, non tutti i raggi sono vantaggiosi, ma solo alcuni. Se poi il pallone non è a 1.000 cm. ma a 1.500, il responso è ancora diverso: non è più vantaggioso effettuare il taglio. Conclusioni: se mettiamo in relazione la progressione delle distanze e i risultati ottenuti, rileviamo che più il pallone si allontana dal portiere, meno conviene utilizzare il "taglio". Riepilogando: in caso di tiro da 2,5 metri o meno, è vantaggioso tagliare; in caso di tiro da 10 metri non c'è una concreta differenza; in caso di tiro da 15 metri o più, non è vantaggioso tagliare.

Secondo argomento - Abbiamo ipotizzato gli scenari in base ad una figura geometrica specifica, il triangolo. Ma se analizziamo ciò che avviene nella realtà, i tiri più spesso sono ad effetto a "rientrare" (palloni colpiti con l'interno piede o di collo interno piede).
Figura 3
Figura 4 FIGURA 4 - Questa è in genere la traiettoria dei tiri. Per chiarezza ho preso in considerazione solo due punti (A e B) del cerchio formato dai raggi che formano l'intera gamma (cerchio con linea tratteggiata). Si evidenzia come qualsiasi traiettoria indirizzata al punto massimo di portata di "A" (corrispondente al tuffo laterale) non risulti raggiungibile con qualsiasi taglio in avanti e tuffo. Nell'ipotesi che la traiettoria sia più aperta e quindi passi più distante da "A", il pallone risulta fuori portata, ma ancor di più se si utilizza un qualsiasi taglio avanti-laterale. Nell'ipotesi che la traiettoria sia più aperta e quindi passi più distante da "A", il pallone risulta fuori portata, ma ancor di più se si utilizza un qualsiasi taglio avanti-laterale. Nell'ipotesi che la traiettoria sia più chiusa, per esempio passi dal punto estremo di "B", con il tuffo laterale la traiettoria è più vicina al punto di partenza. La palla impiega più tempo ad arrivare all'ipotetico punto di intervento utilizzando il taglio in avanti-laterale o senza utilizzo dello stesso? Prendendo una qualsiasi delle figure precedenti, tutte confermano che più si taglia e meno tempo resta a disposizione, e la stessa logica lo ribadisce: a parità delle altre variabili, minore è lo spazio che separa, minore è il tempo per percorrerlo. È un argomento importante perché dispone di ampi margini di miglioramento. Basti pensare alla capacità di anticipazione e all'ampiezza del campo visivo.

Terzo argomento - Analizzando il gesto tecnico del tuffo in avanti-laterale ho riscontrato alcune incongruenze nel rapporto tra la potenzialità e la biomeccanica del gesto tecnico stesso. In genere il portiere ha tempi di esecuzione più lenti nel tuffarsi in avanti rispetto a quando si lancia solo a destra o a sinistra.